{"id":8049,"date":"2025-09-24T11:02:54","date_gmt":"2025-09-24T09:02:54","guid":{"rendered":"https:\/\/blog.besharp.it\/?p=8049"},"modified":"2025-09-24T14:50:13","modified_gmt":"2025-09-24T12:50:13","slug":"da-monolite-infrastrutturale-a-cloud-native-la-nuova-vita-di-un-vecchio-load-balancer","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/blog.besharp.it\/it\/da-monolite-infrastrutturale-a-cloud-native-la-nuova-vita-di-un-vecchio-load-balancer\/","title":{"rendered":"Da monolite infrastrutturale a Cloud-Native: la nuova vita di un vecchio Load Balancer"},"content":{"rendered":"\n
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\u201cDobbiamo guardare le cose in modo diverso.\u201d Robin Williams (John Keating) \u2013 L\u2019attimo fuggente<\/p>\n<\/blockquote>\n\n\n\n

Ahh, scomporre un monolite! Il classico esercizio da sviluppatore che tutti hanno affrontato almeno una volta nella loro carriera.<\/p>\n\n\n\n

Ma come smantellare un monolite infrastrutturale? Come rendere agile e modulare un sistema grande e complesso? <\/p>\n\n\n\n

Per questo articolo, parliamo di un sistema che ha visto passare generazioni di sysadmin che hanno aggiunto configurazioni secondo il proprio gusto personale. Ci siamo trovati ad avere a che fare con un Load Balancer che ha superato upgrade di kernel, virtualizzazione, cambiamenti del linguaggio di configurazione e migrazioni al punto che nessuno voleva pi\u00f9 toccarlo, nemmeno con un bastone lungo 5 metri!<\/p>\n\n\n\n

Ma a noi piacciono le sfide, quindi quando ci hanno chiesto di partecipare a questo progetto di migrazione quasi impossibile, da sistemi legacy on-premise a servizi gestiti cloud-native AWS mantenendo il sito operativo, abbiamo quasi festeggiato.<\/p>\n\n\n\n

In questo articolo vedremo la parte pi\u00f9 importante del percorso di migrazione, mettendo in evidenza l\u2019approccio e il pattern usato per realizzare questa impresa che sembrava impossibile.<\/p>\n\n\n\n

Il mostro<\/h2>\n\n\n\n

Immaginate un sito aziendale nato a met\u00e0 degli anni \u201990 e che ha visto l\u2019intera trasformazione di Internet. Da un semplice sito statico con tag <blink> e gif animate, \u00e8 diventato un capolavoro di design e il punto centrale per tutto ci\u00f2 che riguarda il business: meeting, calendari, intranet pubblica e privata (per consulenti e staff interno con diversi Identity provider e regole di autenticazione personalizzate), micro-siti marketing con molteplici installazioni dell\u2019onnipresente WordPress. Tutto ovviamente instradato e gestito utilizzando una coppia di load balancer in alta affidabilit\u00e0  e un singolo dominio DNS, senza sapere quali parti del sito fossero ancora utilizzate. Diversi identity provider sono usati, uno per lo staff interno e uno per i contractor, aggiungendo complessit\u00e0 a uno scenario gi\u00e0 complesso.<\/p>\n\n\n\n

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L\u2019approccio<\/h2>\n\n\n\n

Uno dei miei pattern preferiti per smantellare i monoliti \u00e8 lo \u201cStrangler Fig Pattern\u201d di Martin Fowler. Utilizzando questo approccio, si sostituisce un sistema vecchio gradualmente, riscrivendo i componenti in modo incrementale e mettendoli subito in produzione, mantenendo il sistema originale finch\u00e9 serve.<\/p>\n\n\n\n

Nel nostro caso, il sistema \u00e8 composto da tre componenti principali:<\/p>\n\n\n\n