{"id":5923,"date":"2023-06-09T02:00:00","date_gmt":"2023-06-09T00:00:00","guid":{"rendered":"https:\/\/blog.besharp.it\/?p=5923"},"modified":"2023-06-23T17:40:25","modified_gmt":"2023-06-23T15:40:25","slug":"disaster-recovery-ibrido-linee-guida-strategiche","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/blog.besharp.it\/it\/disaster-recovery-ibrido-linee-guida-strategiche\/","title":{"rendered":"Disaster Recovery ibrido: linee guida strategiche"},"content":{"rendered":"\n

Leggi Parte 1<\/a> | Leggi Parte 3<\/a><\/p>\n\n\n\n

Con questo articolo proseguiamo la nostra serie sul Disaster Recovery esaminando i principali aspetti tecnici relativi al DR in uno scenario in cui le aziende stanno adottando un approccio ibrido che combina l’infrastruttura on-premise esistente con le risorse del Cloud AWS.<\/p>\n\n\n\n

(Non hai ancora letto la prima parte? Puoi trovarla qui<\/a>!)<\/p>\n\n\n\n

La pianificazione e l’implementazione di una solida strategia di Disaster Recovery (DR) sono fondamentali per garantire la continuit\u00e0 operativa delle aziende in caso di eventi catastrofici o interruzioni impreviste dei sistemi. Negli ultimi anni, il Cloud Computing ha offerto nuove opportunit\u00e0 per migliorare l’efficienza e l’affidabilit\u00e0 delle soluzioni di DR. <\/p>\n\n\n\n

Questa combinazione ibrida offre una serie di vantaggi che consentono alle organizzazioni di affrontare in modo efficace gli obiettivi di business continuity. <\/p>\n\n\n\n

Perch\u00e8 il Cloud cambia lo scenario del DR?<\/h2>\n\n\n\n

Partiamo analizzando quali sono i vantaggi del modello Cloud, che ci permette di realizzare progetti che altrimenti non sarebbero sostenibili.<\/p>\n\n\n\n

Prima di tutto la natura on demand<\/strong> del Cloud e quindi di AWS, ovvero la scalabilit\u00e0 e la flessibilit\u00e0 che ne derivano. Nel contesto on-premises, le risorse sono limitate dalla capacit\u00e0 hardware e dalle infrastrutture fisiche esistenti. Nel mondo Cloud \u00e8 possibile scalare verticalmente o orizzontalmente le risorse di DR in base alle esigenze, consentendo una maggiore flessibilit\u00e0 nel gestire picchi di carico o situazioni di emergenza.<\/p>\n\n\n\n

Altri vantaggi essenziali sono l\u2019affidabilit\u00e0 e la disponibilit\u00e0<\/strong> in quanto ci sono servizi gestiti che ci permettono di sfruttare la ridondanza geografica, la distribuzione automatica del carico, la replicazione dei dati su pi\u00f9 zone di disponibilit\u00e0 e la gestione dei failover.<\/p>\n\n\n\n

Ovviamente grazie alla natura programmatica<\/strong> del Cloud possiamo automatizzare, efficientare e semplificare i processi di ripristino rendendoli pi\u00f9 veloci ed efficaci.<\/p>\n\n\n\n

Infine, ma non ultimo per importanza, va considerato l\u2019aspetto dei costi<\/strong>. Il confronto dei costi operativi tra l’approccio on-premises e il Cloud AWS evidenzia i benefici economici di quest’ultimo. Nel modello on-premises, le aziende devono investire in hardware, software, spazio fisico, manutenzione e personale specializzato per implementare e gestire una soluzione di DR. Nel Cloud AWS, i costi sono basati sul consumo effettivo delle risorse: in pratica si paga per quello che realmente serve e viene utilizzato. Questo approccio a consumo consente alle aziende di ridurre i costi operativi legati all’infrastruttura di DR, eliminando la necessit\u00e0 di investimenti iniziali significativi e riducendo i costi di manutenzione.<\/p>\n\n\n\n

Quest\u2019ultimo concetto \u00e8 ovviamente e linearmente correlato alla tipologia di strategia che viene adottata.<\/p>\n\n\n\n

L’obiettivo principale del DR \u00e8 mantenere la continuit\u00e0 operativa. Ci\u00f2 significa che \u00e8 necessario determinare quali applicazioni siano pi\u00f9 cruciali per l’organizzazione e quali sono gli RPO e RTO richiesti. Un buona pratica prevede di classificare i workload in base ai requisiti di business continuity cercando di omogeneizzare il pi\u00f9 possibile. In base ai requisiti di RPO e RTO, in linea di massima possiamo ragionare su tre macro categorie.<\/p>\n\n\n\n

    \n
  1. Bassa criticit\u00e0<\/strong>: l’RPO per questi workload \u00e8 di alcune ore o addirittura di alcuni giorni. L’RTO \u00e8 di alcuni giorni o pi\u00f9. In genere, questi workload richiedono un’architettura di DR meno complessa e costosa, consentendo un periodo di ripristino pi\u00f9 lungo.<\/li>\n\n\n\n
  2. Media criticit\u00e0<\/strong>: l’RPO per questi workload \u00e8 nell’ordine di decine di minuti, consentendo una perdita di dati accettabile. L’RTO varia da poche ore a un giorno. \u00c8 comunque importante garantire la disponibilit\u00e0 dei dati aggiornati per limitare la perdita di informazioni e ripristinare l’applicazione entro un periodo di tempo ragionevole.<\/li>\n\n\n\n
  3. Alta criticit\u00e0<\/strong>: questo gruppo include workload con RPO di pochi secondi o addirittura zero, il che significa che non ci si pu\u00f2 permettere la perdita di dati. L’RTO potrebbe essere nell’ordine di minuti o di decine di minuti, in modo da ripristinare rapidamente l’applicazione in caso di interruzione. <\/li>\n<\/ol>\n\n\n\n

    A ogni gruppo consegue una diversa strategia. Per esempio i workload critici richiedono un sito di DR Multi-site Active-Active<\/strong>, per quelli a media criticit\u00e0 una strategia di tipo Pilot Light<\/strong> e per quelli a bassa criticit\u00e0 Backup e Ripristino<\/strong>. <\/p>\n\n\n\n

    Se non sono chiari i concetti di RPO\/RTO e le pi\u00f9 comuni strategie di DR, ne abbiamo parlato qui<\/a>.<\/p>\n\n\n\n

    Tre strategie di DR e come applicarle<\/h2>\n\n\n\n

    Unendo i concetti fino a qui espressi, \u00e8 evidente che il Cloud massimizza i propri vantaggi nella strategia Backup e Ripristino. Vediamo come tecnicamente \u00e8 possibile mettere a terra il backup and restore da on-premise al Cloud attraverso alcune considerazioni.<\/p>\n\n\n\n

    Facciamo subito focus sul dato e quindi sull\u2019RPO. Come porto i miei dati in Cloud? E prima ancora quali sono i dati? <\/p>\n\n\n\n

    I dati non sono solo le informazioni salvate su database o file-server, ma anche le configurazioni del nostro ambiente. Sicuramente \u00e8 importante avere sistemi che fanno backup regolari e che siano in grado di trasferirli sul sito secondario, ma abbiamo anche bisogno di strumenti che tengano allineate le configurazioni. <\/p>\n\n\n\n

    In questo caso servizi come Storage Gateway ed EBS ci vengono in soccorso. Storage gateway si pu\u00f2 configurare in diverse modalit\u00e0: File Gateway, Tape e Volume Gateway. Per il Backup and Restore ha senso concentrarsi maggiormente sulla modalit\u00e0 Volume Gateway.<\/p>\n\n\n\n

    Con il Volume Gateway i sistemi in locale montano i volumi iSCSI e le applicazioni interagiscono con questi ultimi come se fossero normali archivi a blocchi. I dati scritti su questi volumi vengono compressi e vengono copiati in modo asincrono come snapshot point-in-time e archiviati nel Cloud come EBS Snapshots.<\/p>\n\n\n\n

    Storage Gateway ci permette di sfruttare uno storage ad oggetti a basso costo ed alta retention (AWS S3) per salvare i nostri dati. Poich\u00e9 si integra con EBS, ci permette di creare i volumi per le nostre EC2 da ripristinare. Contestualmente, grazie all\u2019integrazione con AWS Backup, possiamo configurare in maniera automatica la retention e il decommissioning automatico dei nostri backup rendendo pi\u00f9 facile mantenere il controllo e la governance del nostro processo. <\/p>\n\n\n\n

    L\u2019utilizzo di Cloud Formation ci permette di creare e manutenere le nostre configurazioni in maniera automatica e consistente.<\/p>\n\n\n\n

    Per quanto riguarda i workload a media e ad alta criticit\u00e0 ci si deve appoggiare a strumenti che siano in grado di creare repliche continue dei nostri ambienti o di porzioni di essi. <\/p>\n\n\n\n

    Nel caso di workload a media criticit\u00e0<\/strong> la replica a bassa latenza di database e file \u00e8 essenziale, ma non lo \u00e8 per i nodi computazionali che erogano i nostri servizi. Infatti siamo nel caso di RPO di decine di minuti e RTO di qualche ora. La strategia migliore \u00e8 quella della Pilot Light, in cui alcune componenti infrastrutturali sono accese e sincronizzate nel sito di DR e altre componenti sono replicate a intervalli regolari e pronte ad entrare in gioco a tempo debito.  <\/p>\n\n\n\n

    In questo caso ancora una volta a nostro supporto c\u2019\u00e8 Storage Gateway, ma in modalit\u00e0 File Gateway sincrona, che ci permette di replicare i nostri file su S3 o direttamente sul servizio gestito FSx for Windows File server. In alternativa AWS Data Sync replica i dati copiandoli su qualsiasi classe di storage S3 ed \u00e8 compatibile anche con qualsiasi servizio gestito di file storage AWS (EFS ed FSx). Datasync, per\u00f2, prevede una sincronizzazione a intervalli regolari e non in modalit\u00e0 on-going.<\/p>\n\n\n\n

    Per quanto riguarda i nostri database, AWS Database Migration Service (DMS) \u00e8 la chiave di svolta. Grazie a DMS possiamo tenere sincronizzati i nostri database on-premise grazie alla Change Data Capture (CDC) che sincronizza gli eventi di modifica al dato (DML) tramite la lettura dei transaction log. Cos\u00ec \u00e8 possibile tenere allineati in near-real-time i due database senza sovraccaricare i nodi di produzione.<\/p>\n\n\n\n

    Per i workload ad alta criticit\u00e0<\/strong> AWS mette a disposizione Elastic Disaster Recovery (AWS DRS) con il quale siamo in grado di ripristinare applicazioni su AWS da infrastrutture fisiche, VMware vSphere, Microsoft Hyper-V e anche da altri Cloud provider.<\/p>\n\n\n\n

    In caso di disastro, \u00e8 necessario eseguire un failover su AWS con l’aiuto di AWS Elastic Disaster Recovery (AWS DRS). Una volta mitigato il disastro, \u00e8 poi necessario eseguire un failback sull\u2019infrastruttura di origine. Le istanze di ripristino con AWS Elastic Disaster Recovery possono essere portate all’ultima versione disponibile o a un determinato punto nel tempo (Point-in-time – PIT). <\/p>\n\n\n\n

    Per la maggior parte delle organizzazioni, il sito di DR non \u00e8 progettato per gestire le operazioni quotidiane e potrebbe essere necessario un notevole sforzo per spostare i dati e i servizi aziendali nell’ambiente primario una volta terminato il disastro. Potrebbe essere necessario pianificare un periodo di inattivit\u00e0 o una parziale interruzione delle attivit\u00e0 durante il processo di failback al sito primario.<\/p>\n\n\n\n

    Una volta pronti a riprendere le operazioni sul sistema primario, sar\u00e0 necessario eseguire la replica del failback<\/strong>. Infatti, durante l’utilizzo del sistema di ripristino su AWS, nuovi dati vengono scritti nel sistema secondario e questi dati devono essere riportati indietro. \u00c8 possibile eseguire un failback sui server di origine installando il Failback Client di AWS Elastic Disaster Recovery. <\/p>\n\n\n\n

    Eseguire test di ripristino (o drill) \u00e8 un aspetto fondamentale per essere preparati per un disastro, in tutti i casi sopra elencati. Effettuare regolarmente test di ripristino per assicurarsi che i dati di backup siano integri e che sia possibile ripristinare il workload in modo corretto \u00e8 fondamentale per valutare l’efficacia del processo di ripristino e identificare eventuali problemi o aree di miglioramento. Ad esempio, AWS DRS ci permette di automatizzare anche i drill.<\/p>\n\n\n\n

    Conclusioni<\/h2>\n\n\n\n

    Molti degli argomenti espressi si basano sull\u2019assunzione che le infrastrutture on premises siano basate su architetture classiche e, quindi, principalmente su VM. Il Cloud rimane comunque una valida scelta anche in scenari pi\u00f9 moderni dove per esempio i container la fanno da padroni: servono tecniche diverse, ma i concetti rimangono gli stessi. <\/p>\n\n\n\n

    Aver implementato il DR su Cloud non ci deve fermare dal voler innovare il pi\u00f9 possibile i nostri workload cercando di sfruttare al meglio i servizi gestiti di alto livello. Questo ci porta a ridurre l\u2019impegno speso per il mantenimento dell’infrastruttura concentrandoci, invece, sul migliore il livello di servizio offerto e su migliori costi.<\/p>\n\n\n\n

    Nel prossimo articolo vedremo quali tecniche adottare in un contesto \u201cCloud-to-Cloud\u201d. Vedremo in particolare come cambiano gli scenari di disastro in questo scenario con un focus su Security e Automation.<\/p>\n\n\n\n

    Ci vediamo tra 14 giorni!<\/p>\n\n\n\n

    Leggi Parte 1<\/a> | Leggi Parte 3<\/a><\/p>\n\n\n\n

    \n\n\n\n

    About Proud2beCloud<\/h4>\n\n\n\n

    Proud2beCloud \u00e8 il blog di beSharp<\/a>, APN Premier Consulting Partner italiano esperto nella progettazione, implementazione e gestione di infrastrutture Cloud complesse e servizi AWS avanzati. Prima di essere scrittori, siamo Solutions Architect che, dal 2007, lavorano quotidianamente con i servizi AWS. Siamo innovatori alla costante ricerca della soluzione pi\u00f9 all’avanguardia per noi e per i nostri clienti. Su Proud2beCloud condividiamo regolarmente i nostri migliori spunti con chi come noi, per lavoro o per passione, lavora con il Cloud di AWS. Partecipa alla discussione!<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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