{"id":4096,"date":"2022-02-04T13:58:00","date_gmt":"2022-02-04T12:58:00","guid":{"rendered":"https:\/\/blog.besharp.it\/?p=4096"},"modified":"2022-02-04T11:15:45","modified_gmt":"2022-02-04T10:15:45","slug":"come-semplificare-la-gestione-del-dns-in-ambienti-cloud-ibridi","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/blog.besharp.it\/it\/come-semplificare-la-gestione-del-dns-in-ambienti-cloud-ibridi\/","title":{"rendered":"Come semplificare la gestione del DNS in ambienti cloud ibridi"},"content":{"rendered":"\n

Il DNS \u00e8 un servizio fondamentale che permette il funzionamento dell\u2019intera rete Internet.<\/p>\n\n\n\n

Lo sviluppo del primo server DNS risale al 1984, poco dopo la pubblicazione delle RFC 882<\/a> e 883<\/a> da parte dell’Internet Engineering Task Force nel Novembre del 1983.<\/p>\n\n\n\n

Il compito principale di un server DNS \u00e8 di facilitare la vita agli esseri umani, associando un indirizzo IP ad un nome. Negli anni si sono aggiunte feature di sicurezza e nuovi tipi di record per soddisfare le esigenze di un mondo in costante evoluzione ma il suo design non \u00e8 cambiato molto dai primi tempi: da allora ha sempre svolto un servizio eccellente.<\/p>\n\n\n\n

Nel cloud il DNS ricopre un ruolo chiave: sarebbe impossibile offrire servizi scalabili ed affidabili utilizzando solamente indirizzi IP. Aggiungere e togliere istanze spot da un load balancer o promuovere una standby replica RDS in caso di fallimento sarebbe complesso e richiederebbe un enorme quantit\u00e0 di tempo, specialmente se fatto durante un\u2019emergenza.<\/p>\n\n\n\n

Spesso i servizi interni on-premise necessitano di accesso ai servizi cloud e viceversa. Il nostro scopo \u00e8 riuscire a soddisfare questa esigenza con il minor sforzo. <\/p>\n\n\n\n

In un ambiente Cloud Ibrido utilizzare l\u2019architettura che si adatta maggiormente al caso d\u2019uso pu\u00f2 aumentare l\u2019affidabilit\u00e0 dei servizi e portare nel contempo anche a risparmi di tempo e di denaro.<\/p>\n\n\n\n

\u00c8 importante sapere che non esiste una soluzione migliore: in questo articolo prenderemo in esame alcune configurazioni DNS pi\u00f9 comunemente utilizzate.<\/p>\n\n\n\n

Per i nostri esempi esempi supporremo che applicazioni legacy siano ospitate nel datacenter on-prem del nostro business (ACME corp), mentre le applicazioni di cui \u00e8 stato fatto refactor saranno ospitate nel Cloud AWS. Per l\u2019interconnessione dei due ambienti supponiamo che sia stata configurata una connessione VPN. <\/p>\n\n\n\n

Rimanete sintonizzati: nei prossimi articoli parleremo di come centralizzare e consolidare il networking in scenari complessi (Spoiler: si parler\u00e0 di Direct Connect e Transit Gateway !).<\/p>\n\n\n\n

Utilizzeremo Route53<\/strong> per ospitare la zona pubblica ed il nostro dominio DNS sar\u00e0 acme.com<\/strong>.<\/p>\n\n\n\n

<\/p>\n\n\n\n

\"public<\/figure>\n\n\n\n

<\/p>\n\n\n\n

Ecco i tre possibili scenari che prenderemo in considerazione per il nostro business.<\/p>\n\n\n\n

1. Usare solamente la zona pubblica<\/h2>\n\n\n\n

\u00c8 possibile usare la zona acme.com per risolvere anche gli indirizzi IP interni, mantenendo in questo modo la gestione centralizzata. <\/p>\n\n\n\n

AWS usa questo metodo, ad esempio un\u2019istanza RDS privata (test-instance-1) utilizza l\u2019endpoint con nome test-instance-1.somerandomid.region.rds.amazonaws.com <\/p>\n\n\n\n

Benefici<\/strong>: la gestione \u00e8 centralizzata, non occorre mantenere server DNS aggiuntivi<\/p>\n\n\n\n

Svantaggi<\/strong>: senza mantenere una nomenclatura standard si pu\u00f2 generare confusione, ad esempio la versione di sviluppo del sito corporate pu\u00f2 essere chiamata www-dev.acme.com o dev-www.acme.com da team differenti. <\/p>\n\n\n\n

2. Usare lo stesso dominio in configurazione \u201csplit DNS\u201d<\/h2>\n\n\n\n

Lo split DNS \u00e8 una tecnica che permette di fornire valori diferenti quando una query DNS soddisfa alcuni criteri, come ad esempio la rete sorgente mediante l\u2019uso di ACL (o views). 
In questo modo \u00e8 possibile che www.acme.com sia accessibile usando un ip privato dalla rete interna, mentre dall\u2019esterno sia invece accessibile usando l\u2019IP pubblico. Con le opportune restrizioni sul server web \u00e8 possibile rendere acessibile solamente da rete interna  l\u2019interfaccia di amministrazione disito www.acme.com.<\/p>\n\n\n\n

<\/p>\n\n\n\n

\"Split<\/figure>\n\n\n\n

<\/p>\n\n\n\n

Benefici: <\/strong>la nomenclatura rimane consistente. Nel caso di spostamento di un servizio da on-premise al cloud non \u00e8 necessario riconfigurare eventuali applicazioni dipendenti da esso.<\/p>\n\n\n\n

Svantaggi: <\/strong>\u00e8 facile dimenticare di aggiungere e mantenere record DNS in tutti i server coinvolti, portando a problemi applicativi inattesi (ad esempio alcuni servizi potrebbero risultare non disponibili o non configurati correttamente in alcuni ambienti).<\/p>\n\n\n\n

3. Usare zone DNS differenti in ogni ambiente<\/h2>\n\n\n\n

Utilizzare nomi differenti aiuta a tenere traccia dell\u2019ambiente in cui sono in esecuzione i servizi. Possiamo ad esempio usare acme.int<\/em> per un ipotetico ambiente di sviluppo on-premise e acme.cloud<\/em> per l\u2019ambiente di test nel Cloud AWS.<\/p>\n\n\n\n

<\/p>\n\n\n\n

\"different<\/figure>\n\n\n\n

<\/p>\n\n\n\n

\u00c8 anche possibile usare sottodomini DNS, come ad esempio acme.int<\/em> per l\u2019ambiente di sviluppo e cloud.acme.int<\/em> per l\u2019ambiente di test.In questo caso \u00e8 sufficiente creare un record di tipo NS nella zona acme.int che possa rendere autoritativo il DNS server della zona cloud.acme.int.<\/p>\n\n\n\n

Benefici: <\/strong>\u00e8 facile identificare l\u2019ambiente in cui sono in esecuzione i servizi. <\/p>\n\n\n\n

Svantaggi: <\/strong>aggiornare e spostare servizi nel cloud richiede modifiche applicative per riflettere l\u2019ambiente di esecuzione. <\/p>\n\n\n\n

Come risolvere zone private ospitate su Route53<\/h2>\n\n\n\n

\u00c8 possibile associare una zona DNS privata su Route53 ad una o pi\u00f9 VPC. AWS automaticamente fa in modo che le istanze EC2 ed i servizi possano risolvere i nomi delle zone private mediante l\u2019utilizzo di un ip interno \u201cmagico\u201d, che si comporta come un server DNS privato: si tratta del terzo indirizzo riservato di ogni subnet. Ad esempio, se la subnet ha CIDR 192.168.0.0\/24 l\u2019ip riservato sar\u00e0 192.168.0.2, mentre per CIDR 192.168.0.16\/28 sar\u00e0 192.168.0.18. <\/p>\n\n\n\n

Questo indirizzo \u00e8 utilizzabile solamente all\u2019interno di una VPC e non \u00e8 per\u00f2 raggiungibile mediante l\u2019utilizzo di una connessione VPN o Direct Connect.<\/p>\n\n\n\n

Vediamo quali servizi AWS possono aiutarci a risolvere questo problema. Ogni implementazione ha vantaggi e svantaggi, la scelta dello strumento migliore dipende solamente dai vostri requisiti di business ed usabilit\u00e0. <\/p>\n\n\n\n

1. Usare istanze EC2<\/h2>\n\n\n\n

Installando un server DNS (come ad esempio Bind, Microsoft DNS o Dnsmasq) su una coppia di istanze EC2 \u00e8 possibile fare il forward delle query alla zona interna Route53 ed \u00e8 possibile anche configurare il server DNS come conditional forwarder<\/em> per i servizi on-premise. <\/p>\n\n\n\n

Suggerimento: questa domanda \u00e8 presente frequentemente negli esami di certificazione certificazione per la Advanced Networking Specialty.<\/p>\n\n\n\n

.<\/p>\n\n\n\n

Benefici:<\/strong> nel caso si abbia esperienza nella configurazione del server DNS si tratta di un task semplice e che pu\u00f2 essere svolto in poco tempo. <\/p>\n\n\n\n

Svantaggi:<\/strong> L\u2019infrastruttura aggiuntiva va mantenuta, rendendo necessarie strategie di backup e di installazione degli aggiornamenti di sicurezza.<\/p>\n\n\n\n

Costi:<\/strong> Assumendo che una coppia di istanze t3a.medium sia sufficiente per reggere il traffico, il costo mensile sar\u00e0 di 44$.<\/p>\n\n\n\n

2. Il nostro \u201cpiccolo hack: usare Simple AD<\/h2>\n\n\n\n

Il servizio Simple AD inoltra automaticamente le query DNS alle zone Route53 private. In questo modo, anche senza avere la necessit\u00e0 di utilizzare una directory gestita, \u00e8 possibile utilizzare e configurare il servizio DNS dalle reti on-premise.<\/p>\n\n\n\n

Benefici: <\/strong>Simple AD \u00e8 un servizio totalmente gestito, quindi aggiornamento e alta disponibilit\u00e0 sono gestiti da AWS (ad esempio vengono automaticamente installati due domain controller)<\/p>\n\n\n\n

Svantaggi: <\/strong>Essendo un servizio gestito non pu\u00f2 avere un alto grado di personalizzazione (come ad esempio la redifinizione degli indirizzi host di Dnsmasq).<\/p>\n\n\n\n

Costi: <\/strong>Il costo mensile di una istanza Simple AD (con HA multi-AZ disponibile di default) \u00e8 di 36 $\/mese.<\/p>\n\n\n\n

3. Utilizzare gli endpoint Inbound ed Outbound di Route53 Resolver<\/h2>\n\n\n\n

Un endpoint inbound di Route53 mette a disposizione all\u2019interno di una VPC una o pi\u00f9 interfacce di rete con un indirizzo IP dedicato e raggiungibili da VPN, Direct Connect o un\u2019altra VPC in peering, quindi anche dai server DNS presenti nelle reti on-premise. In scenari con topologie di rete complesse \u00e8 la soluzione raccomandata e pi\u00f9 facilmente gestibile per il lungo periodo.<\/p>\n\n\n\n

Queste interfacce si occupano di fare da resolver DNS managed, facendo il forward delle query alle zone private.<\/p>\n\n\n\n

Al contrario, se occorre inoltrare le richieste alla rete on-premise, sar\u00e0 necessario un endpoint outbound, che creer\u00e0 interfacce di rete in grado di comunicare con i DNS on-premise. <\/p>\n\n\n\n

Benefici: <\/strong>si tratta di un servizio interamente gestito, configurabile totalmente usando la Console AWS.<\/p>\n\n\n\n

Svantaggi: <\/strong>Costo alto.<\/p>\n\n\n\n

Costi: <\/strong>Per una singola VPC sono necessari almeno due enpoint. La tariffa per delle query DNS \u00e8 di 0,40$ per milione, per un costo minimo totale di 183$\/mese.<\/p>\n\n\n\n

Le tre configurazioni che abbiamo appena visto sono in grado di soddisfare la maggior parte delle implementazioni e possono essere utilizzate a piacimento: ad esempio \u00e8 possibile usare sottodomini e delega DNS con un Inbound Endpoint di Route 53 Resolver, Simple AD per uno scnario di tipo split DNS o zone differenti installando un server DNS su istanze EC2. <\/p>\n\n\n\n

Per concludere<\/h2>\n\n\n\n

Come sempre \u00e8 necessario trovare un punto d\u2019equilibrio fra la facilit\u00e0 di manutenzione ed i costi relativi ai servizi. Non esiste una implementazione perfetta e nemmeno la miglior pratica nell\u2019assegnazione dei nomi DNS; si tratta anche di \u201cgusto personale\u201d. Ad esempio in beSharp, spesso e volentieri, \u00e8 possibile trovare colleghi impegnati in discussioni sull\u2019utilizzo di Split DNS o delega di sottodomini, anche durante le pause caff\u00e8!<\/p>\n\n\n\n

In uno scenario cloud ibrido \u00e8 molto importante pianificare ed implementare l\u2019architettura pi\u00f9 appropriata, segliendo la soluzione che si adatta meglio all\u2019ambiente e che non richieda di  modificare radicalmente ci\u00f2 che gi\u00e0 esiste e funziona. <\/p>\n\n\n\n

Quale architettura DNS state utilizzando ? Capita anche a voi di discutere con i colleghi sull\u2019uso di delega, split DNS o zone differenti ? Fateci sapere nei commenti!<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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