{"id":149,"date":"2017-04-07T14:28:30","date_gmt":"2017-04-07T12:28:30","guid":{"rendered":"https:\/\/blog.besharp.it\/?p=149"},"modified":"2022-07-21T15:12:37","modified_gmt":"2022-07-21T13:12:37","slug":"single-sign-on-con-g-suite-sulla-console-di-amazon-web-services","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/blog.besharp.it\/it\/single-sign-on-con-g-suite-sulla-console-di-amazon-web-services\/","title":{"rendered":"Single-sign-on con G Suite sulla console di Amazon Web Services."},"content":{"rendered":"

Chi, tra gli utilizzatori della console di AWS non si \u00e8 mai scontrato con l\u2019annoso problema di gestire molteplici utenti su altrettanti account<\/strong>, dovendo creare diversi IAM user e, per ognuno di essi, password complesse, oltre alla quanto mai fondamentale (ma decisamente scomoda, diciamoci la verit\u00e0) two-factor-authentication<\/strong>?<\/p>\n

Proprio riguardo a quest\u2019ultima, dando per scontato che non si voglia utilizzare un token hardware dedicato per ogni singolo IAM user, la scelta ricade quasi obbligatoriamente sul Google Authenticator<\/strong><\/a>, con codici e QR code che proliferano come funghi e che diventa complicato salvaguardare da eventi nefasti legati allo smartphone (furti, smarrimenti, rotture, backup, cambio device\u2026)<\/p>\n

AWS in realt\u00e0 offrirebbe un servizio di cross-account access<\/strong><\/a> per la sua management console, che ha per\u00f2 diversi limiti, tra i quali:<\/p>\n