{"id":1071,"date":"2019-11-29T14:50:42","date_gmt":"2019-11-29T13:50:42","guid":{"rendered":"https:\/\/blog.besharp.it\/?p=1071"},"modified":"2021-03-17T15:04:50","modified_gmt":"2021-03-17T14:04:50","slug":"come-sfruttare-al-massimo-i-microservizi-2","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/blog.besharp.it\/it\/come-sfruttare-al-massimo-i-microservizi-2\/","title":{"rendered":"Come sfruttare al massimo i microservizi"},"content":{"rendered":"

In quest\u2019ultimo articolo della nostra analisi in tre parti (trovate qui la prima parte<\/a> e qui la seconda parte<\/a>) su come scomporre un’applicazione monolitica, sfrutteremo alcune intuizioni su come un microservizio pu\u00f2 essere creato a partire da un’applicazione esistente, cosa possiamo fare per risolvere problemi legati al codice legacy ad alta tossicit\u00e0 e in generale quali regole possono essere applicate per decidere quando migrare a microservizi. Cominciamo!<\/span><\/p>\n

COME SCRIVERE UN MICROSERVIZIO<\/span><\/h2>\n

Quando vogliamo creare un microservizio abbiamo davanti due scelte:\u00a0<\/span><\/p>\n

    \n
  1. Trasferire il codice legacy sul microservizio.<\/b><\/li>\n
  2. Riscrivere il codice da zero<\/b>.<\/span><\/li>\n<\/ol>\n

    TRASFERIRE IL CODICE<\/span><\/h3>\n

    In un primo momento trasferire direttamente il codice pu\u00f2 sembrare una soluzione logica, soprattutto perch\u00e9 il team di sviluppo ha tendenzialmente un <\/span>atteggiamento cognitivo favorevole<\/b> verso il proprio codice MA pu\u00f2 nascondere alcuni aspetti critici dai <\/span>costi elevati<\/b> e dal <\/span>basso valore intellettuale<\/b>:<\/span><\/p>\n